Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

Proposte e prospettive per l’attuazione del DM 8/2011

Resoconto e relazioni del Seminario nazionale

Il seminario è stato organizzato il 28-29 marzo 2014 dal Miur – Direzione generale per il personale scolastico in collaborazione con il Forum nazionale per l’educazione musicale.
Dopo i saluti istituzionali è intervenuto il prof. Luigi Berlinguer, presidente del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica, riproponendo le prospettive centrali del DM 8: «In questo decreto è sancito il principio importante che la musica pratica debba essere insegnata da specialisti ed è previsto, nel sistema nazionale di istruzione, che sia insegnata da docenti già compresi in organico, abilitati all’insegnamento e con titoli particolari».
>>> nell’allegato audio MP3 l’intervento di Berlinguer
Il prof. Berlinguer ha informato anche che è in fase di presentazione un Disegno di legge, prima firmataria la senatrice Elena Ferrara, concernente “Disposizioni in materia di valorizzazione dell’espressione musicale e artistica nel sistema dell’istruzione”. Nel pomeriggio è stata data lettura di un messaggio della senatrice Ferrara. >>> leggi il testo in allegato

Nella mattinata si sono susseguite le cinque relazioni previste. Ha coordinato i lavori Annalisa Spadolini, della Direzione Generale per il personale scolastico, promotrice del progetto e coordinatrice del Comitato tecnico scientifico del Seminario oltre che instancabile animatrice dell’iniziativa.

 

Silvano Tagliagambe ha sviluppato il tema Come la musica forma una testa ben fatta, sottolineando come «la musica è l’espressione di uno stile di pensiero che scardina la supremazia del pensiero accentrato sulla sostanza e sulle sue proprietà e assume la relazione come modalità primitiva del reale, in linea con le indicazioni che possiamo trarre dagli sviluppi della ricerca scientifica, in particolare della meccanica quantistica. […] Non c’è dubbio sul fatto che la musica richieda una semantica olistica e contestuale, in cui il significato globale determina i significati parziali delle sue componenti, e non viceversa. […] Ogni composizione musicale appare come una totalità essenzialmente non finita e aperta, che ci pone di fronte alla necessità di istiuire un rapporto corretto tra sapere e fare, tra conoscenza e azione, tra ciò che i è in grado di dre e ciò che si è capaci di tradurre in pratica. Assumere la musica come ambito culturale di riferimento per la formazione di una testa ben fatta significa sottolineare questa esigenza di dar vita a un sistema formativo aperto, incessantemente dinamico, mai concluso nella sua costituzione e rispetto al quale il compito del docente (e anche quello dello studente) non è quello di farsi portatore di qualcosa di già compiuto e disponibile ma, prima di tutto, di puntare a diventarne parte, di collaborare attivamente al suo farsi dinamico».

Maurizio Spaccazocchi
ha approfondito le tematiche relative a Umane cittadinanze musicali, sottolineando come sia necessario «giungere a individuare la cittadinanza musicale biologica e antropologica per dar vita a un profondo legame tra l’essere musicalmente vitali (musica come necessità) e l’essere socialmente musicali (musica come possibilità). […] Tutto quanto per creare cittadini in grado di percepire e vivere le musiche del mondo finalizzate al rispetto e alla valorizzazione del proprio ambiente di vita». In allegato la sua relazione

Carlo Delfrati ha esposto gli elementi caratteristici de Il maestro ben temperato, evidenziando come le carenze delle pratiche musicali nelle scuole dipendono in primo luogo dalla mancata preparazione musicale del docente che dovrebbe farsene carico. Una seconda ragione «riguarda le lacune sul terreno delle metodologie didattiche. Sono ancora vive – secondo Delfrati – nelle nostre scuole pratiche obsolete e improduttive, anche da parte di docenti musicalmente formati».

Annalisa Spadolini ha illustrato le Linee guida al DM 8/2011, che hanno il compito di «divulgare, declinandoli, obiettivi e contenuti del DM8/11; fornire indicazioni, strumenti e ipotesi di modelli organizzativi; favorire la verticalizzazione dei curricula musicali; valorizzare, raccordare e potenziare le esperienze musicali già avviate in autonomia dalle scuole».

Giancarlo Cerini è intervenuto su alcuni Aspetti organizzativi in applicazione al DM 8/2011, delineando sette scenari possibili:
1. prestito professionale. Forme di prestito professionale interno, tra colleghi di classi diverse nella scuola primaria, per un recupero del team teaching e in un’ottica verticale (istituti comprensivi);
2. arricchimento offerta formativa. ‘apporto professionale, richiesto a colleghi della scuola primaria (diplomati) o della scuola media (educazione musicale o strumento), può essere incentivato retribuendo i colleghi (ad esempio 6 ore settimanali in più di insegnamento specialistico);
3. docenti specialisti di scuola primaria. Nel caso di un organico di scuola primaria potenziato diventa possibile adottare forme di utilizzo parziale di docenti elementari di ruolo specialisti (diplomati): ad esempio, metà tempo nella propria classe come generalista, metà tempo in 6 classi dove prestare due ore settimanali (tot. 12 h.);
4. docenti specialisti di diverso grado scolastico. E’ possibile utilizzare personale in situazione di soprannumero proveniente da diverse livello scolastico (Ordinanza utilizzazioni), ad esempio dalla scuola secondaria di I o II grado;
5. scuole sperimentali. Un’opzione ad alto impatto potrebbe essere rappresentata da una sperimentazione nazionale di scuole comprensive ad orientamento musicale (es. 200 scuole a livello nazionale) cui assegnare risorse di personale aggiuntive;
6. un campus musicale. In ogni territorio si costituiscono reti tra scuole, associazioni ed istituzioni musicali, enti locali, per promuovere la diffusione di esperienze musicali.
7. regioni in musica. Attraverso accordi inter-istituzionali (Miur-Afam-Regioni ed Enti locali) viene promosso un programma di carattere nazionale per il potenziamento della musica nella scuola primaria, retribuendo incarichi di insegnamento.

Nel pomeriggio si sono succedute in modo intenso ben otto relazioni coordinate da Franca Ferrari.

Giovanni Piazza: Musica insieme. «Premesso che non si intende minimamente misconoscere l’importanza formativa e socializzante del modello orchestrale, può un avvio massivo e indifferenziato all’orchestra assumere nella scuola di base (o addirittura dell’infanzia) funzione di metodologia educativo musicale? Si intende sottolineare e rivalorizzare l’importanza di fasi propedeutiche, adeguate ai diversi stadi evolutivi e scolari del bambino, a fronte del mero studio strumentistico in funzione di un avvio all’orchestra livellato e indiscriminato. Prassi che da qualche tempo sta avendo notevole riscontro nel nostro Paese».

Tullio Visioli: Una scuola in ogni coro: esperienza corale tra scienza e arte. «L’attività corale e, in particolare, la pratica musicale prodotta tramite il medium della voce è sicuramente la premessa ad un concreto apprendimento del linguaggio musicale e delle sue molteplici espressioni, che informerà di sé tutte le future e possibili avventure musicali e, in senso lato, i differenti ‘modi’ di ascolto e comunicazione. […] Occorrerà diffondere la conoscenza di un repertorio che sappia svilupparsi in rapporto all’età dei bambini e all’estensione naturale delle voci: nel nostro panorama didattico urge la necessità di un corpus di canti raccolti, ordinati e, in molti casi, commissionati ad hoc in maniera progressiva, per livelli di difficoltà e obiettivi di acquisizione».

Annibale Rebaudengo, Ciro Fiorentino: Approccio strumentale nella scuola primaria: il bambino come artista. “Ascoltare, eseguire, creare, conoscere, comunicare, valutare sono le capacità che messe in atto in un contesto diventano le competenze di chi fa musica. […] La lezione collettiva di strumento può sviluppare le molteplici capacità musicali per svariate ragioni. […] Attraverso tale modello risultano maggiormente conciliabili le esigenze di tipo relazionale ed educative con quelle dell’apprendimento tecnico strumentale ed è possibile un utilizzo ottimale delle risorse».

Alberto Conrado: Paesaggi e strutture: “leggere e suonare il mondo”. «Essere in ascolto è il primo passo di un fare musicale. Parliamo di un ascolto diverso dal semplice udire. Ci interessa un ascolto attivo, attento e cosciente. Possiamo ‘ascoltare il mondo’ con intenzione utilizzando “strutture interpretative d’ascolto”. Si tratta di rappresentazioni, di interpretazioni, di una sorta di mappe stilizzate di un paesaggio sonoro, ottenute attraverso l’uso di un sistema di “descrittori d’ascolto” costituiti da un lessico che utilizzeremo per leggere, riprogettare e anche eseguire paesaggi sonori».

Giovanni Giuriati: Le musiche di tradizione orale in classe: ascoltare, improvvisare, comporre con i suoni del mondo contemporaneo. «L’oralità presuppone particolari modalità di creazione, esecuzione, trasmissione, ricezione di suoni che prescindono, in tutto in parte, dalla scrittura. E’ dunque a partire da queste modalità che si può avviare un’attività laboratoriale con i suoni in classe, proprio partendo dall’ascolto, senza una mediazione preventiva della scrittura».

Louisa Di Segni Jaffe: L’educazione musicale nella crescita dell’individuo. Sono state presentate le linee fondamentali del metodo Jaques-Dalcroze, sottolineando come «l’allievo è sempre al centro del procedimento didattico e con la sua creatività collabora a costruire la lezione. Dall’età del nido in poi si lavora sul rapporto fra tempo, spazio ed energia; si sviluppa l’attenzione, la concentrazione, la memoria; lo schema corporeo e la coordinazione motoria; l’improvvisazione vocale e motoria, il lavoro di gruppo e l’interazione sociale».

Maurizio Vitali: Paesaggi elettroacustici nell’educazione al suono e alla musica. Ripercorrendo alcune tracce di lavoro svolto negli ultimi anni all’interno del Centro Studi musicali e sociali Maurizio Di Benedetto di Lecco e in diverse situazioni e contesti scolastici, la relazione ha sviluppato alcune riflessioni realizzate a margine di progetti didattici e socio-educativi, sviluppati sui temi dell’invenzione musicale, del paesaggio sonoro, dell’elaborazione elettroacustica del suono e sempre caratterizzati anche da una finalità di ricercazione. Il testo della relazione è in allegato.

Pino Alvaro Vatri: Il Forum nazionale per l’educazione musicale: il terzo settore per l’arricchimento dell’offerta formativa. La relazione ha evidenziato le potenzialità del Forum che può essere inteso come un “sistema” a due dimensioni per arricchire, secondo un principio di complementarietà, l’offerta formativa musicale delle scuole. Le due dimensioni sono: la diffusione suol territorio e le diverse competenze specifiche presenti e operanti nel Forum e messe in rete. La documentazione del Forum è reperibile sl sito http://forumasmus.blogspot.it.

Nella giornata di sabato 28 si sono tenuti 10 laboratori sul canto, la pratica strumentale, l’uso di tecnologie (per le singole tematiche e i conduttori vedi il programma allegato). Si è inoltre tenuto un gruppo di lavoro per i referenti degli UU.SS.RR. sulla organizzazione dei corsi a livello territoriale.
Tutta la documentazione audio video verrà inserita nel sito web del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica.

Il seminario ha visto la partecipazione di insegnanti e dirigenti scolastici provenienti da tutte le regioni.
L’auspicio è che le informazioni e le indicazioni emerse dai lavori di queste due giornate si traducano in fatti concreti a livello delle singole realtà regionali, dando una maggiore spinta a far sì che governo e parlamento attivino quelle procedure normative e finanziarie per garantire, attraverso docenti qualificati nello specifico della didattica musicale, a tutti i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze della scuola primaria (questo è l’ambito di cui si occupa il DM8) una formazione musicale adeguata.

Musicheria ha chiesto ad Annalisa Spadolini un commento al termine delle due giornate. Ecco quanto ci ha dichiarato:

«Il Seminario di formazione nazionale “Proposte e prospettive per l’attuazione del DM8” rappresenta il punto di partenza di un percorso, probabilmente lungo e tortuoso, che vedrà impegnato il MIUR in una serie di attività e progetti con lo scopo di favorire l’attuazione del DM8/11 attraverso l’utilizzo di docenti adeguatamente formati per l’insegnamento della pratica musicale nella scuola primaria.
Il seminario destinato a docenti di scuola primaria e di musica di ogni ordine e grado, Dirigenti scolastici e Dirigenti MIUR, ha riscosso un notevole interesse, sono pervenute infatti più di 600 domande di partecipazione per un numero di 300 corsisti previsti all’ammissione dalla Nota MIUR informativa dell’evento.
Da tutto il territorio italiano pervengono segnali di forte coinvolgimento sulla tematica della formazione musicale destinata ai bambini e ai ragazzi di ogni ordine e grado ma è il DM8 che ha accesso una luce speciale sulla scuola primaria perché è li che si rileva carente la competenza dei maestri generalisti. Ricevo ogni giorno molte mail di richieste su come poter attuare il DM8/11 e su come poter garantire tale apprendimento per tutti e per ciascuno studente e ogni giorno avverto una scuola in affanno, in un’Italia stretta e lunga, dalle realtà fortemente diversificate.
Il seminario, in una due giorni densa di riflessioni ed attività ha tentato di fornire alcune risposte ai dubbi e alle problematiche poste dal personale scolastico che crede nella musica nella scuola primaria come veicolo di educazione alla cittadinanza e che spera in un elevamento di qualità dell’educazione musicale in Italia attraverso la definizione di un percorso di verticalizzazione del suo apprendimento. Il corso di formazione inoltre ha cercato di dare nuova linfa di entusiasmo ai docenti che credono ancora nella scuola e cercano occasioni per migliorare la propria professionalità.
La scuola primaria avverte l’esigenza di acquisire competenze specifiche e di conoscere le potenzialità organizzative dove operare e questa esigenza è sempre più urgente.
Il MIUR nei prossimi giorni avvierà come per ogni attività formativa le procedure di verifica per stabilire il gradimento dei corsisti e la rilevazione dell’efficacia dell’iniziativa.
Il seminario ha visto la partecipazione di eccellenti relatori, pedagogisti, didatti, insegnanti, ricercatori del mondo intellettuale musicale italiano, è stato organizzato con la collaborazione del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica e (per la prima volta con il MIUR) del Forum nazionale per l’educazione musicale che rappresenta il mondo dell’Associazionismo e del terzo settore.
Unire tante e così diverse realtà ha dato alla realizzazione del seminario quell’impronta di ricchezza e di pluralità necessarie alla costruzione di un pensiero condiviso, vario e complesso come la società in cui operano le scuole italiane».

Roma 30 marzo 2014

I video delle relazioni sono visibili >>> QUI
Per una documentazione sul DM8/2011 cfr.: http://afamdidamus.altervista.org/dm-82011/
 

 

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