Intervista a Ugo Valentini
Nel libro “Grammatica della fantasia”, Gianni Rodari invita a usare le storie come “materia prima” per attivare la fantasia e la creatività. Molte educatrici e insegnanti seguono questa indicazione e usano storie, racconti, fiabe, filastrocche per animare le attività musicali con i bambini. Ugo Valentini si è “specializzato” appunto nell’uso di libri illustrati per organizzare le sue attività musicali. Abbiamo quindi rivolto a Ugo alcune domande per capire meglio questa sua metodologia.
Musicheria: Tu hai fatto studi classici e suonato anche in orchestra. Quando e perché ti sei dedicato all’educazione musicale, in particolare con i più piccoli? Hai incontrato qualche difficoltà a rapportarti con questa fascia d’età?
Ugo Valentini: Qualche anno fa ho avuto la fortuna di entrare in una scuola dell’infanzia per realizzare un progetto musicale. Penso da sempre che la musica sia una “materia” importantissima che spesso rimane in secondo piano nei programmi scolastici e così avevo accettato questa “sfida” confrontandomi per la prima volta con il fatto di “fare” musica con bambini tra i 3 e i 6 anni. Io stesso da piccolo ero stato coinvolto in una delle cose più importanti che ricordi, l’orchestra Baby Melody. Un’orchestra nata nella mia scuola elementare in cui molti di noi bambini suonavamo insieme melodiche e percussioni insieme al clarinetto del nostro maestro.
Così, ritornando ad oggi, mentre “facevo” musica con i bambini incontrati nelle classi ho rafforzato la mia convinzione sull’importanza della musica a scuola e ho voluto “regalarmi” alcuni corsi di formazione dedicati all’educazione musicale. E’ stato lì che ho scoperto anche la primissima infanzia… Un mondo musicale davvero interessante ed entusiasmante.
Le difficoltà, specialmente nei primi incontri con i bambini molto piccoli, ci sono state. Prima di allora non mi ero ancora mai trovato a tu per tu con un piccolo viso che guardandomi esprimesse così intensamente la sua emozione scoppiando in un pianto assai musicale!
M.: Cosa ti ha spinto a usare i libri illustrati per animare i tuoi incontri musicali con i bambini?
U.V.: Sono state le educatrici di un nido nel quale lavoro da tempo. Osservando le loro letture con i bambini, il coinvolgimento fatto di meraviglia e bellezza che nasce negli occhi dei piccoli lettori. Mi sono chiesto: “E se unissi le attività musicali alla lettura di un albo illustrato? Mmmm come posso fare?”. Mi sono informato. Ho chiesto a loro, ho visitato blog e siti web dedicati alla letteratura per l’infanzia, mi sono reso conto che anche lì (nel fatto di leggere con i bambini) stavo ritrovando molti elementi pedagogici comuni all’azione musicale che mettevo appunto in atto negli incontri di musica. Ho iniziato a scegliere libri, pensare attività musicali da legare alla lettura, portare libri nelle classi…
M.: Quali sono gli aspetti metodologici che caratterizzano la tua attività?
U.V.: Io sono educatore musicale specializzato nella metodologia “Musica in Culla®” così le mie attività nascono e prendono forma seguendo i princìpi e gli elementi metodologici che caratterizzano questa metodologia appunto. Ogni giorno vedo bambini crescere naturalmente musicalmente convincendomi sempre di più riguardo la sua efficacia pedagogica. L’uso della voce, del movimento espressivo, il rispetto dei tempi di ogni “unico” bambino, la comunicazione non verbale, l’approccio ludico-relazionale confluiscono anche in un “fare musica” attraverso la lettura di libri che diventano elementi contestuali fantastici (una grammatica della fantasia?) verso un altrove ricco di bellezza, meraviglia e competenza.
M.: Tu proponi diversi materiali e proposte operative sul tuo blog http://ciaublog.blogspot.it/. Che interazioni hai con educatrici, insegnanti e genitori che ti scrivono?
U.V.: Devo dire che sempre più spesso le interazioni con i lettori del blog non avvengono sul blog. Avvengono prima di tutto sui social (principalmente Facebook e Instagram) dove le persone commentano i post e mi scrivono frequentemente.
Un’altra cosa che succede è scoprire dal vivo genitori che incontrandomi dicono: “Ciao Ugo, ho letto un tuo post con quel libro bellissimo… Ho cantato con i miei figli la melodia che ho ascoltato lì e poi… non sai… hanno voluto che io rileggessi e ricantassi il libro ancora… e ancora… e ancora…” (mammamia!).
Con le educatrici e gli insegnanti spesso mi capita di ragionare su attività che scrivo sul blog così da trovare poi uno sviluppo da portare nelle loro classi cercando così di avvicinare il mio intervento al contesto educativo che i bambini stanno vivendo in quel periodo.
M.: Puoi indicarci qualche libro che, in base alla tua esperienza, hai verificato che “funziona” di più con i bambini? Ci sono delle caratteristiche di base che un libro deve avere per essere usato nelle attività musicali?
U.V.: Uno dei libri che leggo più spesso insieme alla musica nelle classi dei piccoli al nido è “Lupo in versi” di Eva Rasano (Bacchilega Junior). Un libro pieno di onomatopee che ben riescono nelle attività musicali.
Nelle classi di bambini medi il più frequente è “Aspetta” di Antoinette Portis (Il Castoro) che attraverso due uniche parole (aspetta e presto) mette in atto un meccanismo di contrasto molto efficace anche musicalmente.
Nelle classi dei grandi “I tre piccoli gufi” di Martin Waddell e Patrick Benson (Mondadori) affronta un tema importantissimo (la paura dell’abbandono) e la sua realizzazione musicale trova sempre sviluppi entusiasmanti legati anche al particolare momento di crescita dei bambini che si avviano verso la conoscenza della loro autonomia.
Nella scuola dell’infanzia uso spesso “Dalla testa ai piedi” di Eric Carle (La Margherita) e “Caterina e l’orso, a zonzo per il mondo” di Christiane Pieper (Kalandraka) molto adatti ad attività da svolgere in movimento.
Le caratteristiche di base possono essere appunto quelle menzionate sopra (onomatopee, non troppo testo, libri che facciano imitare movimenti) a cui aggiungerei i libri gioco interattivi (Hervè Tullet è un maestro in questo) ma la cosa importante secondo me nella scelta per chi vuole far musica è il fatto che siano libri che piacciano prima di tutto al “maestro di musica”. Se un libro ci piace e stiamo bene con lui, sicuramente i bambini percepiranno il nostro benessere e questa sarà la via di relazione più efficace… perché la relazione è la chiave di riuscita di ogni buona metodologia educativa.
M.: Hai qualche consiglio da dare a chi volesse formarsi come educatore musicale per i piccoli?
U.V.: Non avere fretta. Il mondo della primissima infanzia è un mondo da scoprire e da conoscere imparando a poco a poco anche dai bambini stessi. Quando conosciamo bene la “musica”, quando conosciamo bene i “bambini” e quando conosciamo bene i “libri” sia attraverso corsi di formazione dedicati sia attraverso letture su questi argomenti, possiamo andare ancora nelle nostre classi ed entrando chiederci: “Cosa imparerò oggi?”.