Un’interessante esperienza nell’Istituto Comprensivo di Fiesso Umbertiano (RO)
Da diverso tempo in varie scuole si moltiplicano le esperienze didattiche relative alla pratica del jazz e delle musiche improvvisate. Sulla tematica del jazz a scuola abbiamo affrontato diverse volte la questione anche su Musicheria, in concomitanza anche della nascita dell’associazione “Il jazz va a scuola” nel febbraio 2019 (si veda in particolare Il jazz va a scuola: quattro domande e qualche risposta ; Il Jazz va a scuola: perché, come, cosa, chi? – altri contributi digitando “jazz” in “cerca” nella home).
Nell’a.s. 2021-22 nell’Istituto Comprensivo di Fiesso Umbertiano (RO) è stato realizzato un interessante progetto, ideato e coordinato dall’insegnante Zoe Pia, in cui i ragazzi sono stati coinvolti in prima persona nella progettazione e gestione del “Little Jazz Festival”. Il progetto è stato premiato all’Aquila dalla associazione Il Jazz va A Scuola.
Ho rivolto alcune domande a Zoe Pia che ringrazio per la gentile collaborazione.
Mario Piatti: Ti presenti sul tuo sito come “musicista, compositrice, project manager, made in Sardinia”, con all’attivo numerose produzioni e collaborazioni prestigiose. Ma professionalmente sei anche insegnante di clarinetto presso l’Istituto Comprensivo di Fiesso Umbertino. Che relazioni vedi tra la tua professione artistica e quella di docente in una scuola pubblica?
Zoe Pia: La performance è il comune denominatore sia della me musicista che della me insegnante. E ciò che mi regala vera soddisfazione è riuscire a trovare il canale comunicativo funzionale attraverso codici che sfociano nell’improvvisazione, anche quella estemporanea in entrambi i ruoli.
M.P.: Com’è nata l’idea e come avete gestito il progetto LJF realizzato dal 03 al 18 giugno 2022?
Z.P.: L’idea è nata grazie a input diversi che mi hanno mosso una sensazione di ricerca di salvezza. Nell’ottobre 2021 nuovamente si palesavano difficoltà e restrizioni nei confronti della musica d’insieme per la situazione epidemiologica. Avvertivo gli studenti dispiaciuti, remissivi e quasi rassegnati all’idea che per loro i concerti e la gioia di suonare assieme non sarebbero avvenuti. E allo stesso tempo con i colleghi di strumento si manifestava una “stanchezza da restrizioni”, non se ne poteva più. Così, ogni volta che accadono situazioni di difficoltà (e la direzione del festival in Sardegna ha sviluppato questa resilienza) ho un motto: “ogni problema è un’opportunità” un problema da identificare, quasi per gioco e per sfida, attraverso il quale scovare l’opportunità di crescita con la finalità della salvezza.
Il Little Jazz Festival ha avuto i suoi concerti dal 03 al 18 giugno, ma già da gennaio ha preso vita con lezioni collettive basate sul metodo interrogativo, partecipativo, interattivo, laboratoriale, arrivando a un risultato fortemente legato alla cittadinanza attiva e allo sviluppo delle competenze europee.
M.P.: Avete avuto particolari difficoltà nella fase organizzativa per conciliare la normale attività didattica con l’impegno organizzativo? Come hanno reagito i ragazzi al presumibile maggior impegno di studio per garantire anche la qualità esecutiva?
Z.P.: Una volta che hanno auto-creato il team organizzativo, abbiamo analizzato le tempistiche con i responsabili della produzione e definito le azioni attraverso il time planning, con l’analisi delle diverse possibilità inserite nella swot analysis. Abbiamo utilizzato modalità di lavoro sia in presenza che in modalità online, sincrona e asincrona, in base alle esigenze e alle disponibilità proprio per evitare un sovraccarico di lavoro. Sono molto contenta del fatto che hanno vissuto questa esperienza di progetto con entusiasmo, ciò significa che è risultato un gioco costruttivo, così come suggeriscono diverse tecniche della didattica moderna. Si sono ritrovati ad essere responsabili e dunque i risultati di ogni azione dipendevano da loro ma soprattutto dovevano essere relazionati ai propri compagni, una squadra attiva e operativa piena di vitalità, quella che spesso gli adulti oggi vanno a ricercare con i corsi motivazionali.
M.P.: Quali progetti avete in ponte per il 2023 e come pensate di realizzarli?
Z.P.: Il 2023 vede fiorire la seconda edizione del Little Jazz Festival, fortemente richiesto dai ragazzi che lo scorso anno erano in seconda e hanno vissuto il progetto solo per gli aspetti esecutivi e non appartenevano al team. Gli attori coinvolti nel lato organizzativo erano solo quelli di terza. Sempre attraverso uno scambio di opinioni con i ragazzi è stato accolto un secondo progetto ideato e coordinato da me, che parte proprio in queste settimane, ovvero la realizzazione di un progetto discografico. Il risultato lo si vedrà a giugno; sono anch’io molto curiosa di vedere come si svilupperà questa nuova avventura, chi saranno gli stakeholder che verranno intercettati e quale strada/stile i ragazzi sceglieranno di percorrere.
>>> in allegato il video che documenta il progetto