Considerazioni in merito al libro di Maria Rosaria Strollo, Scrivere l’autobiografia musicale, FrancoAngeli, Milano 2014
Abbiamo già avuto modo di ospitare su Musicheria il contributo di Maria Rosaria Strollo “Musica e scrittura di sé. Un percorso di ricerca-azione” (>>> leggi), in cui l’Autrice sintetizza gli elementi di un’interessante ricerca sulla pratica dell’autobiografia musicale condotta presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Qui vorrei proporre alcune riflessioni a partire dalla lettura del volume della stessa Autrice, Scrivere l’autobiografia musicale. Dal ricordo volontario al ricordo spontaneo, pubblicato nella collana “Le scienze dell’apprendimento. Cognizione e Formazione” dell’editore FrancoAngeli.
È stato un piacere conoscere l’esperienza condotta da Strollo, considerato che in ambito accademico-universitario (salvo ovviamente per l’eccezione di Napoli) l’attenzione posta alle tematiche dell’identità e delle autobiografie musicali sembra vicino allo zero, verificando tra l’altro che le relative pubblicazioni sono praticamente assenti (se non considerate oggetto di ostracismo) in alcuni insegnamenti dei vari Dams e in puntigliose bibliografie di “pedagogia musicale”.
Qui vorrei proporre alcune riflessioni a partire dalla lettura del volume della stessa Autrice, Scrivere l’autobiografia musicale. Dal ricordo volontario al ricordo spontaneo, pubblicato nella collana “Le scienze dell’apprendimento. Cognizione e Formazione” dell’editore FrancoAngeli.
È stato un piacere conoscere l’esperienza condotta da Strollo, considerato che in ambito accademico-universitario (salvo ovviamente per l’eccezione di Napoli) l’attenzione posta alle tematiche dell’identità e delle autobiografie musicali sembra vicino allo zero, verificando tra l’altro che le relative pubblicazioni sono praticamente assenti (se non considerate oggetto di ostracismo) in alcuni insegnamenti dei vari Dams e in puntigliose bibliografie di “pedagogia musicale”.