Parlare di musicalità (intesa come approccio verso l’universo sonoro) infantile significa riferirsi a due differenti dimensioni. Da una parte si considera la cosiddetta “musicalità individuale”, per cui bambine e bambini esprimono una dimensione identitaria e biologica di cui il suono è un elemento essenziale che concorre con altri alla formazione della personalità, allo sviluppo senso-motorio, cognitivo, e della possibilità di esprimersi e comunicare.
La seconda dimensione interessa invece il significato relazionale ed educativo proprio dell’esperienza del suono e della musica. Il suono rappresenta per bambini e bambine un significativo spazio/tempo vitale, risposta a motivazioni interiori profonde, opportunità di sviluppo affettivo e simbolico che, se supportato da conoscenze e competenze pedagogico musicali adeguate, può trasformarsi in un efficace strumento di promozione educativa.
L’osservazione e l’ascolto da parte degli adulti, oltre a rappresentare la principale possibilità di comprensione dei comportamenti e delle produzioni musicali dei più piccoli, costituisce per i bambini una spinta fondamentale all’apprendimento. Quando un bambino si sente ascoltato da un adulto migliora la propria motivazione alla conoscenza e impara a sua volta ad ascoltare.
Inoltre, in questo preciso momento, in cui il distanziamento sociale è divenuto parte delle nostre quotidianità, il suono può diventare un mezzo attraverso cui colmare il distacco, dato che proprio una delle caratteristiche e proprietà principali del suono è quello di consentire una comunicazione a distanza. Il suono ci permette, infatti, di manifestare la nostra presenza, di farci sentire vicini nonostante la distanza e di promuove la comunicazione tramite il dialogo sonoro e l’imitazione reciproca.
Tutti i genitori, tutti gli educatori sanno che i bambini producono suoni, con evidente piacere.
Non sanno che questi comportamenti sono già una forma di invenzione musicale. François Delalande
“Nido Sonoro” ha come finalità e sfondo lo studio delle condotte musicali infantili nella fascia di età 0-3 anni e la promozione culturale di sensibilità e conoscenze in merito a tale argomento. Esso nasce inizialmente come ricerca, svoltasi tra il 2002 e il 2008 sotto la direzione di François Delalande, che si è conclusa con la presentazione dei risultati all’interno di diversi convegni nazionali ed internazionali e con la pubblicazione del volume (a cura di F. D.), La nascita della musica. Esplorazioni sonore nella prima infanzia, edito in Italia da FrancoAngeli nel 2009 e tradotto in francese nel 2015, edito da Presses Universitaires de Rennes e INA (Istitut National de l’Audiovisuel).
Al fianco di questa importante ricerca, a partire dal 2006, lo stesso Centro Studi è stato impegnato nella realizzazione di alcuni progetti sperimentali, concretizzati in percorsi formativi o di intervento in servizi del territorio provinciale e regionale. Filo rosso sempre presente in tutte le iniziative realizzate è lo spirito di ricerca, ossia di sperimentazione, riflessione e documentazione, che permea ogni azione intrapresa e alimenta lo stimolante cammino oscillante tra il consolidamento di conoscenze e prassi e la verifica di nuove ipotesi.
I bambini sono soprattutto rumore e movimento. Monique Frapat