Musicheria. La rivista digitale di educazione al suono e alla musica

“Specialista” di musica nella scuola primaria? Si, no, forse

Una questione aperta

In questi ultimi mesi, anche in relazione alla pubblicazione della bozza delle “Nuove indicazioni nazionali 2025 per la scuola dell’infanzia e la scuola primaria” sulle quali si è aperto un ampio e critico dibattito [1], si è sviluppata una discussione in merito a chi deve insegnare musica nella scuola primaria.
Con questi appunti vorrei fornire alcuni elementi per capire se esiste qualche soluzione del problema. Affronterò la questione per punti:

  1. Questioni di principio.
  2. Le competenze dell’insegnante di musica.
  3. Unicità/pluralità di figure professionali.
  4. Modelli organizzativi.

 

[1] Cfr. un elenco di documenti e prese di posizione su https://www.musicheria.net/2025/03/26/le-nuove-indicazioni-nazionali-per-il-curricolo-un-passo-indietro/

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Questioni di principio

– L’educazione al suono e alla musica va garantita a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi della scuola primaria, valorizzando le capacità e le potenzialità di ciascuno e nel rispetto delle diversità psicofisiche e culturali.

– Nella scuola primaria le esperienze musicali vanno integrate con le altre attività espressive e con i contenuti del curricolo globale in modo interdisciplinare.

– Per l’educazione al suono e alla musica occorre possedere alcune competenze specifiche.

 

Le competenze per l’educazione al suono e alla musica

Premesso che chi insegna musica nella scuola primaria dovrebbe essere in possesso delle competenze psico-pedagogiche e metodologiche generali che prescindono in certo qual modo dalle singole discipline, propongo un elenco di capacità e competenze minime che dovrebbe avere chi si assume il compito di svolgere le attività musicali nelle classi. Si tratta di enunciati che indicano il sapere, il saper fare e il saper far fare in musica.

L’insegnante dovrebbe:

  1. Saper valorizzare i vissuti di ragazzi e ragazze e conoscere le loro possibilità mentali e psicofisiche nelle diverse età riguardo alla percezione, alla comprensione e alla produzione di eventi sonori e musicali, in modo che ciascuno costruisca una propria identità musicale per essere autonomo e attivamente partecipe nello sviluppo della cultura.
  2. Saper interpretare, analizzare e valutare gli eventi sonori e musicali oltre che i repertori storici anche in prospettiva interculturale, evidenziando gli aspetti simbolici (sensi e significati), semantici (informazioni e messaggi) e strutturali (con che cosa e come sono fatti).
  3. Saper elaborare progetti didattici che includano l’interpretazione, l’analisi e la valutazione degli eventi sonori e musicali, anche in ottica interdisciplinare.
  4. Saper elaborare progetti didattici che includano la produzione di eventi sonori e musicali nell’ambito di situazioni espressive, comunicative, ludiche, con riferimento ai propri contesti ambientali e socio-culturali e con ottica interdisciplinare.
  5. Apprendere canti per imitazione e/o per lettura per poi farli apprendere ed eseguire in forma corale.
  6. Guidare giochi cantati e danze, anche con l’uso di uno strumento musicale, valorizzando l’espressione corporea.
  7. Saper comporre/Improvvisare sonorizzazioni usando la voce e/o vari strumenti musicali anche in relazione ad altri linguaggi (verbale, motorio, grafico) e saper guidare ragazzi e ragazze in esperienze compositive/improvvisative.
  8. Eseguire (per memoria/per imitazione/per lettura) melodie e/o accompagnamenti su uno strumento musicale.
  9. Produrre e/o decifrare partiture in notazione spontanea e/o tradizionale.
  10. Conoscere e usare le tecnologie digitali per la registrazione, l’elaborazione e la produzione sonora.

 

Unicità/pluralità di figure professionali

Quante/i maestre/i di scuola primaria hanno, anche se in forma elementare, le competenze sopra descritte? Sicuramente un numero non sufficiente per garantire agli alunni di tutte le cinque classi una adeguata educazione al suono e alla musica.
È mancata finora la scelta prioritaria e fondamentale: la revisione del Corso di Laurea magistrale in Scienze della Formazione Primaria (LM-85bis) – possibilmente con un’intesa tra Università e Conservatori di Musica – prevedendo crediti formativi in numero adeguato ad acquisire anche una competenza specifica per l’insegnamento della musica [1], in modo che tutte/i le/i future/i maestre/i potessero realizzare almeno l’essenziale di quanto previsto dalle Indicazioni nazionali per il curricolo.
In questi ultimi anni [2] ci sono stati alcuni interventi mirati a offrire qualche soluzione, sollecitati anche dalla costituzione nel 2006, per iniziativa di Luigi Berlinguer, del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti e del suo documento iniziale [3]. Da notare che anche il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione nel 2009 aveva preso posizione nel merito [4].

Un tentativo di sopperire alla carenza indicata si ebbe con l’emanazione del DM 8 del 31 gennaio 2011 [5] e con le successive “Linee guida al DM8/2011 – Indicazioni operative” emanate il 17 gennaio 2014 [6]. Per la realizzazione di quanto indicato dal DM8 fu previsto anche un corso di formazione specifico per 50 ore, con indicazione di contenuti e modalità operative, da realizzare da parte dei Dipartimenti di Didattica della musica dei Conservatori [7]. Tra il 2011 e il 2014 il Ministero ha emanato una serie di note in particolare in merito all’utilizzazione del personale, a corsi di formazione, alla individuazione di tutor [8]. Anche le associazioni del Terzo Settore hanno sollecitato i vari organismi ministeriali a prendere provvedimenti [9].

Nel 2014 il Comitato di Berlinguer presentò il Piano Nazionale Triennale Musica nella scuola per la formazione del cittadino [10]. Con riferimento alle Indicazioni nazionali del 2012 nel documento si propone:

  • Una massiccia formazione in servizio di tutti gli insegnanti coinvolti con la collaborazione di Istituti di Alta Formazione Musicale, Università e con il contributo del Forum Nazionale per l’Educazione Musicale e con il coinvolgimento attivo degli attori del mondo della scuola, al fine di valorizzare le risorse interne, la ricerca-azione e le buone pratiche come autoformazione;
  • L’intervento di docenti “specialisti” interni che: − Nella scuola primaria, saranno insegnanti in possesso di specifiche professionalità e competenze didattiche e musicali da offrire a un ampio numero di classi (si ritiene necessaria l’integrazione in organico di docenti specialisti secondo una logica di organico funzionale); − Nella scuola secondaria di primo grado saranno i docenti titolari delle cattedre di musica e di strumento (a tal proposito si ritiene fondamentale un ampliamento del numero delle scuole ad indirizzo musicale nel territorio italiano istituite con DM 201/1999 e un arricchimento dello stesso decreto); − Negli istituti comprensivi saranno i docenti specialisti di scuola primaria e quelli di scuola secondaria di primo grado utilizzati in prestito professionale.
  • La collaborazione di personale “esterno” all’organico d’istituto, nell’arricchimento aggiuntivo di attività fortemente collegate al curricolo e realizzate eventualmente anche attraverso l’uso della quota di flessibilità;
  • Nuove e adeguate risorse per attrezzature e strumenti.

 

Alcune prospettive si sono aperte poi con il Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 60 [11]. Ho avuto modo di esaminare nel dettaglio le potenzialità operative di questo decreto [12], mettendo in luce come alle affermazioni di principio e alle indicazioni per l’attivazione del “Piano triennale delle arti” [13], la costituzione di reti di scuole e dei “Poli a orientamento artistico e performativo” [14], non sono poi stati predisposti gli adeguati finanziamenti per dare sostegno a quanto prospettato [15]. Anche per quanto riguarda l’indicazione relativa alla formazione degli insegnanti, alla individuazione di docenti da assegnare al “potenziamento” di musica [16], alla collaborazione con le associazioni del terzo settore mettevo in luce, nell’articolo citato (che invito i colleghi a rileggere), le carenze delle strutture organizzative e, come al solito, la penuria dei finanziamenti. Qualcuno potrebbe commentare: “meglio che niente”. In effetti un certo numero di scuole hanno potuto realizzare esperienze e progetti interessanti [17], ma nella maggior parte dei casi siamo ben lontani dallo slogan “musica per tutti”.

Oltre alle normative ministeriali è opportuno tener presente quanto fatto dalle Associazioni del terzo settore [18], non solo nel proseguire nelle attività di formazione con innumerevoli corsi, seminari, incontri on line e in presenza, contribuendo non poco all’aggiornamento metodologico e didattico dei docenti, ma anche garantendo la presenza di esperti qualificati a sostegno dei progetti proposti dalle scuole.
Infine vanno tenute presenti quelle iniziative che potremmo definire di “sensibilizzazione” in cui sono coinvolti musicisti esterni: incontri estemporanei con singoli artisti che propongono anche lezioni-concerto e partecipazione saltuaria a spettacoli. Queste iniziative sono state e possono ancora oggi essere utili soprattutto se integrate con le altre attività musicali che si svolgono in continuità durante l’anno scolastico ma, a mio avviso, non possono essere considerate attività formative in senso stretto.

 

Modelli organizzativi

In sintesi provo a delineare quali potrebbero essere i modelli organizzativi per garantire una buona educazione al suono e alla musica a tutti i ragazzi e le ragazze della scuola primaria. Sono modelli che di fatto già esistono e che rispecchiano la situazione di fatto, molteplice e per certi aspetti frammentata.
È scontato comunque che per ogni modello andrebbero esaminati e verificati quali contenuti e quali metodi vengono applicati, a quali principi pedagogici e a quali modelli educativi si fa riferimento ad es. per la pratica vocale e strumentale, per i percorsi di ascolto e di comprensione dei repertori, dei fatti e degli eventi musicali, per la ricerca e lo studio personale, per il lavoro di gruppo, ecc. In pratica andrebbe verificata la “qualità” della didattica applicata. Ma qui si aprirebbe un altro ampio discorso relativo alla verifica e alla valutazione delle esperienze che coinvolgerebbe anche la documentazione prodotta [19]. Qui mi limito a qualche cenno sui vari modelli organizzativi.

Modello A

Una maestra di ogni classe che ha le competenze sopra indicate è incaricata del curricolo di “Musica”. In tal modo si garantirebbe a tutte le ragazze e i ragazzi dell’Istituto esperienze sonoro-musicali integrate con le altre discipline. È possibile prevedere, nell’ambito del progetto di Istituto, un eventuale supporto esterno di un musicista (es. i docenti di musica della scuola secondaria di I grado o musicisti della locale scuola di musica) per alcune attività particolari (approccio agli strumenti musicali, arrangiamenti di brani vocali e strumentali, supporto alla realizzazione del coro e/o dell’orchestra di istituto, ecc.).

Modello B

Una o più maestre della scuola che hanno (anche se in modo elementare) le competenze sopra indicate fanno attività musicali in più classi e aiutano le colleghe a svolgere alcune attività. Anche in questo caso è possibile la collaborazione con qualche esperto come nel modello A.

Modello C

Nessun insegnante delle classi di scuola primaria è in grado di organizzare in modo completo il curricolo di “Musica”, ma solo di fare saltuariamente alcune attività. In questo caso sarà necessario ricorrere alle utilizzazioni dei docenti della scuola secondaria o ad un esperto esterno che però dovrebbero concordare con l’insegnante di classe una programmazione interdisciplinare.

Modello D

Nessun insegnante delle classi di scuola primaria è in grado di organizzare in modo completo il curricolo di “Musica” ma solo di fare saltuariamente alcune attività (qualche canto, qualche ascolto, qualche danza, ecc.), ma non si ritiene possibile finanziare esperti esterni che possano garantire la realizzazione del curricolo di musica integrato con la programmazione di classe. Ovviamente ci si augura che questo modello non si verifichi. I ragazzi e le ragazze sarebbero private di un diritto.

 

Conclusioni

Ho cercato di delineare in modo chiaro, anche se problematico, le questioni relative a chi potrebbe/dovrebbe insegnare musica nella scuola primaria.
Credo che chi, iniziando ora a occuparsi del problema, vede le cose in modo semplice o si pone domande su chi può/deve insegnare musica nella scuola primaria farebbe bene a leggersi la documentazione relativa a quanto in questi vent’anni è stato predisposto con interventi ministeriali e a quanto è stato discusso e documentato in articoli e relazioni presentate nei molteplici seminari e convegni, anche dal sottoscritto (come ho documentato in particolare su Musicheria.net).
Credo sia necessario fare una analisi seria del già detto e del già fatto oltre che dell’esistente, prima di proporre nuove soluzioni “tampone” che non risolverebbero alla radice il problema. A mio avviso il punto centrale, come ho già espresso, è la modifica dei percorsi della formazione iniziale e nuove norme che regolamentino l’interazione tra istituti scolastici e associazioni del terzo settore, permettendo una certa flessibilità nelle scelte operative che valorizzino le risorse umane e strutturali di ogni territorio. Non è pensabile una soluzione di vertice, di centralismo ministeriale, con modelli strutturali e operativi univoci. Eventuali nuovi dispositivi normativi – che si spera siano corredati da finanziamenti adeguati – dovrebbero permettere a tutte le scuole di agire in autonomia ma rispettando alcune regole, prima di tutte una seria verifica della competenza pedagogica, metodologica e didattica dei docenti e degli esperti a cui affidare l’educazione al suono e alla musica.

Chi desidera esprimere il proprio parere su quanto esposto può inviare una mail a mario.piatti@musicheria.net. Lo inserirò in allegato al mio articolo.

 

Note

[1] Gli attuali Corsi di Laurea prevedono in genere 8 CFU (60 ore) al quarto o quinto anno, in alcuni casi anche con laboratori. Gli insegnamenti vanno da “Pedagogia e didattica della musica” a “Musicologia e storia della musica”.

[2] Vorrei però ricordare che fin dagli anni ’70 si discuteva nel merito. Cfr. L’educazione musicale nella scuola primaria – 1970. Un questionario-indagine, alcuni convegni, un documento finale.

[3] Cfr. https://www.mim.gov.it/documents/20182/0/Documento+a+cura+del+COMITATO+NAZIONALE+PER+L.pdf/

[4] Si veda la Pronuncia su Cultura musicale nella società e nella scuola: https://www.flcgil.it/sindacato/documenti/scuola/pronuncia-cnpi-cultura-musicale-nella-societa-e-nella-scuola-16-dicembre-2009.flc.

[5] Il DM, firmato da Mariastella Gelmini, allora Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha considerato anche le “Linee di indirizzo per un piano pluriennale di interventi relativi alla diffusione della pratica musicale nelle scuole di ogni ordine e grado” del marzo 2009 redatte dal Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica: https://www.mim.gov.it/documents/20182/0/decreto-ministeriale-8-del-31-gennaio-2011-pratica-musicale-nella-scuola-primaria.pdf . Si veda anche il commento puntuale che mette in evidenza alcuni limiti del decreto in https://www.musicheria.net/2011/11/25/fare-musica-nella-scuola-primaria/ .

[6] https://www.istruzione.it/allegati/2014/prot151_14.pdf. Cfr. anche la mia analisi di queste linee guida in https://www.musicheria.net/2014/02/08/linee-guida-al-dm-811-e-indicazioni-operative/.

[7] Cfr. la mia nota critica del 5 gennaio 2014 che evidenzia il limite dell’iniziativa in https://www.musicheria.net/2014/01/05/corso-di-formazione-per-docenti-di-musica-nella-scuola-primaria/.

[8] Cfr. l’elenco in https://afamdidamus.altervista.org/dm-82011/.

[9] Si veda ad es. il documento/appello del Forum nazionale per l’educazione musicale del maggio 2012; https://forumeducazionemusicale.it/wp-content/uploads/2018/05/6_La-formazione-musicale-degli-insegnanti-delle-scuole-dellinfanzia-e-primaria.pdf . Si veda anche il mio articolo che elenca i documenti e le prese di posizione sull’educazione musicale dal 1969 al 2010: https://www.musicheria.net/2011/11/25/la-voce-della-base-quanti-appelli-inascoltati/.

[10] https://www.istruzione.it/musica/proposta.pdf

[11] Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera g), della legge 13 luglio 2015, n. 107. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2017/05/16/112/so/23/sg/pdf.

[12] Cfr. https://www.musicheria.net/2017/06/07/musica-nella-scuola-per-tutti-forse-chiss/.

[13] Su questo piano rimando al mio articolo del 2018: https://www.musicheria.net/2018/03/11/il-piano-triennale-delle-arti-le-nozze-coi-fichi-secchi/ . Cfr anche il DPCM sul Piano delle arti 2023-2025, in cui (ovviamente?) i finanziamenti sono dimezzati!: https://www.mim.gov.it/web/guest/-/piano-delle-arti-pubblicato-il-nuovo-decreto-del-presidente-del-consiglio-dei-ministri. Cfr. la nota critica del Forum per l’educazione musicale: https://forumeducazionemusicale.it/2023/05/01/piano-delle-arti-dimezzati-i-fondi/.

[14] Un primo decreto era stato predisposto nel 2018 ma non venne emanato. Nel novembre 2021 il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione espresse un parere critico su una nuova bozza di decreto:  https://m.flcgil.it/sindacato/documenti/scuola/parere-cspi-del-17-novembre-2021-poli-a-orientamento-artistico-e-performativo.flc. Il nuovo DM è stato comunque pubblicato il 31 gennaio 2022: https://www.mim.gov.it/-/decreto-recante-la-disciplina-dei-poli-a-orientamento-artistico-e-performativo. Hanno fatto seguito alcune Note ministeriali per l’applicazione di quanto previsto dal DM.

[15] Si veda quanto scrivevo nel 2018: https://www.musicheria.net/2018/08/20/decreti-applicativi-del-decreto-legislativo-60-a-che-punto-siamo/

[16] Ricordo che in merito al potenziamento i docenti a tempo indeterminato, in possesso dei requisiti di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 3 del D.M. n. 8 del 31 gennaio 2011, possono chiedere di essere utilizzati, in particolare nella scuola primaria anche organizzata in rete, per la diffusione della cultura e della pratica musicale, come previsto anche dal CCNI (Art. 2 comma 1, lettera m e Art. 6-ter).

[17] Si veda ad es. il monitoraggio fatto da INDIRE sul Piano delle arti del biennio 2020-2022: https://pianodellearti.indire.it/monitoraggio/rapporto-di-monitoraggio

[18] In particolare segnalo i documenti e le iniziative del Forum nazionale per l’educazione musicale a cui aderiscono venti associazioni: https://forumeducazionemusicale.it/

[19] Chi volesse fare una ricerca in tal senso potrebbe ad es. partire dalla documentazione raccolta dall’INDIRE: https://musicascuola.indire.it/. https://lamusicaunisce.indire.it/home-2021/.

Questioni di principio

– L’educazione al suono e alla musica va garantita a tutte le ragazze e a tutti i ragazzi della scuola primaria, valorizzando le capacità e le potenzialità di ciascuno e nel rispetto delle diversità psicofisiche e culturali.

– Nella scuola primaria le esperienze musicali vanno integrate con le altre attività espressive e con i contenuti del curricolo globale in modo interdisciplinare.

– Per l’educazione al suono e alla musica occorre possedere alcune competenze specifiche.

 

Le competenze per l’educazione al suono e alla musica

Premesso che chi insegna musica nella scuola primaria dovrebbe essere in possesso delle competenze psico-pedagogiche e metodologiche generali che prescindono in certo qual modo dalle singole discipline, propongo un elenco di capacità e competenze minime che dovrebbe avere chi si assume il compito di svolgere le attività musicali nelle classi. Si tratta di enunciati che indicano il sapere, il saper fare e il saper far fare in musica.

L’insegnante dovrebbe:

  1. Saper valorizzare i vissuti di ragazzi e ragazze e conoscere le loro possibilità mentali e psicofisiche nelle diverse età riguardo alla percezione, alla comprensione e alla produzione di eventi sonori e musicali, in modo che ciascuno costruisca una propria identità musicale per essere autonomo e attivamente partecipe nello sviluppo della cultura.
  2. Saper interpretare, analizzare e valutare gli eventi sonori e musicali oltre che i repertori storici anche in prospettiva interculturale, evidenziando gli aspetti simbolici (sensi e significati), semantici (informazioni e messaggi) e strutturali (con che cosa e come sono fatti).
  3. Saper elaborare progetti didattici che includano l’interpretazione, l’analisi e la valutazione degli eventi sonori e musicali, anche in ottica interdisciplinare.
  4. Saper elaborare progetti didattici che includano la produzione di eventi sonori e musicali nell’ambito di situazioni espressive, comunicative, ludiche, con riferimento ai propri contesti ambientali e socio-culturali e con ottica interdisciplinare.
  5. Apprendere canti per imitazione e/o per lettura per poi farli apprendere ed eseguire in forma corale.
  6. Guidare giochi cantati e danze, anche con l’uso di uno strumento musicale, valorizzando l’espressione corporea.
  7. Saper comporre/Improvvisare sonorizzazioni usando la voce e/o vari strumenti musicali anche in relazione ad altri linguaggi (verbale, motorio, grafico) e saper guidare ragazzi e ragazze in esperienze compositive/improvvisative.
  8. Eseguire (per memoria/per imitazione/per lettura) melodie e/o accompagnamenti su uno strumento musicale.
  9. Produrre e/o decifrare partiture in notazione spontanea e/o tradizionale.
  10. Conoscere e usare le tecnologie digitali per la registrazione, l’elaborazione e la produzione sonora.

 

Unicità/pluralità di figure professionali

Quante/i maestre/i di scuola primaria hanno, anche se in forma elementare, le competenze sopra descritte? Sicuramente un numero non sufficiente per garantire agli alunni di tutte le cinque classi una adeguata educazione al suono e alla musica.
È mancata finora la scelta prioritaria e fondamentale: la revisione del Corso di Laurea magistrale in Scienze della Formazione Primaria (LM-85bis) – possibilmente con un’intesa tra Università e Conservatori di Musica – prevedendo crediti formativi in numero adeguato ad acquisire anche una competenza specifica per l’insegnamento della musica [1], in modo che tutte/i le/i future/i maestre/i potessero realizzare almeno l’essenziale di quanto previsto dalle Indicazioni nazionali per il curricolo.
In questi ultimi anni [2] ci sono stati alcuni interventi mirati a offrire qualche soluzione, sollecitati anche dalla costituzione nel 2006, per iniziativa di Luigi Berlinguer, del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti e del suo documento iniziale [3]. Da notare che anche il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione nel 2009 aveva preso posizione nel merito [4].

Un tentativo di sopperire alla carenza indicata si ebbe con l’emanazione del DM 8 del 31 gennaio 2011 [5] e con le successive “Linee guida al DM8/2011 – Indicazioni operative” emanate il 17 gennaio 2014 [6]. Per la realizzazione di quanto indicato dal DM8 fu previsto anche un corso di formazione specifico per 50 ore, con indicazione di contenuti e modalità operative, da realizzare da parte dei Dipartimenti di Didattica della musica dei Conservatori [7]. Tra il 2011 e il 2014 il Ministero ha emanato una serie di note in particolare in merito all’utilizzazione del personale, a corsi di formazione, alla individuazione di tutor [8]. Anche le associazioni del Terzo Settore hanno sollecitato i vari organismi ministeriali a prendere provvedimenti [9].

Nel 2014 il Comitato di Berlinguer presentò il Piano Nazionale Triennale Musica nella scuola per la formazione del cittadino [10]. Con riferimento alle Indicazioni nazionali del 2012 nel documento si propone:

  • Una massiccia formazione in servizio di tutti gli insegnanti coinvolti con la collaborazione di Istituti di Alta Formazione Musicale, Università e con il contributo del Forum Nazionale per l’Educazione Musicale e con il coinvolgimento attivo degli attori del mondo della scuola, al fine di valorizzare le risorse interne, la ricerca-azione e le buone pratiche come autoformazione;
  • L’intervento di docenti “specialisti” interni che: − Nella scuola primaria, saranno insegnanti in possesso di specifiche professionalità e competenze didattiche e musicali da offrire a un ampio numero di classi (si ritiene necessaria l’integrazione in organico di docenti specialisti secondo una logica di organico funzionale); − Nella scuola secondaria di primo grado saranno i docenti titolari delle cattedre di musica e di strumento (a tal proposito si ritiene fondamentale un ampliamento del numero delle scuole ad indirizzo musicale nel territorio italiano istituite con DM 201/1999 e un arricchimento dello stesso decreto); − Negli istituti comprensivi saranno i docenti specialisti di scuola primaria e quelli di scuola secondaria di primo grado utilizzati in prestito professionale.
  • La collaborazione di personale “esterno” all’organico d’istituto, nell’arricchimento aggiuntivo di attività fortemente collegate al curricolo e realizzate eventualmente anche attraverso l’uso della quota di flessibilità;
  • Nuove e adeguate risorse per attrezzature e strumenti.

 

Alcune prospettive si sono aperte poi con il Decreto Legislativo 13 aprile 2017, n. 60 [11]. Ho avuto modo di esaminare nel dettaglio le potenzialità operative di questo decreto [12], mettendo in luce come alle affermazioni di principio e alle indicazioni per l’attivazione del “Piano triennale delle arti” [13], la costituzione di reti di scuole e dei “Poli a orientamento artistico e performativo” [14], non sono poi stati predisposti gli adeguati finanziamenti per dare sostegno a quanto prospettato [15]. Anche per quanto riguarda l’indicazione relativa alla formazione degli insegnanti, alla individuazione di docenti da assegnare al “potenziamento” di musica [16], alla collaborazione con le associazioni del terzo settore mettevo in luce, nell’articolo citato (che invito i colleghi a rileggere), le carenze delle strutture organizzative e, come al solito, la penuria dei finanziamenti. Qualcuno potrebbe commentare: “meglio che niente”. In effetti un certo numero di scuole hanno potuto realizzare esperienze e progetti interessanti [17], ma nella maggior parte dei casi siamo ben lontani dallo slogan “musica per tutti”.

Oltre alle normative ministeriali è opportuno tener presente quanto fatto dalle Associazioni del terzo settore [18], non solo nel proseguire nelle attività di formazione con innumerevoli corsi, seminari, incontri on line e in presenza, contribuendo non poco all’aggiornamento metodologico e didattico dei docenti, ma anche garantendo la presenza di esperti qualificati a sostegno dei progetti proposti dalle scuole.
Infine vanno tenute presenti quelle iniziative che potremmo definire di “sensibilizzazione” in cui sono coinvolti musicisti esterni: incontri estemporanei con singoli artisti che propongono anche lezioni-concerto e partecipazione saltuaria a spettacoli. Queste iniziative sono state e possono ancora oggi essere utili soprattutto se integrate con le altre attività musicali che si svolgono in continuità durante l’anno scolastico ma, a mio avviso, non possono essere considerate attività formative in senso stretto.

 

Modelli organizzativi

In sintesi provo a delineare quali potrebbero essere i modelli organizzativi per garantire una buona educazione al suono e alla musica a tutti i ragazzi e le ragazze della scuola primaria. Sono modelli che di fatto già esistono e che rispecchiano la situazione di fatto, molteplice e per certi aspetti frammentata.
È scontato comunque che per ogni modello andrebbero esaminati e verificati quali contenuti e quali metodi vengono applicati, a quali principi pedagogici e a quali modelli educativi si fa riferimento ad es. per la pratica vocale e strumentale, per i percorsi di ascolto e di comprensione dei repertori, dei fatti e degli eventi musicali, per la ricerca e lo studio personale, per il lavoro di gruppo, ecc. In pratica andrebbe verificata la “qualità” della didattica applicata. Ma qui si aprirebbe un altro ampio discorso relativo alla verifica e alla valutazione delle esperienze che coinvolgerebbe anche la documentazione prodotta [19]. Qui mi limito a qualche cenno sui vari modelli organizzativi.

Modello A

Una maestra di ogni classe che ha le competenze sopra indicate è incaricata del curricolo di “Musica”. In tal modo si garantirebbe a tutte le ragazze e i ragazzi dell’Istituto esperienze sonoro-musicali integrate con le altre discipline. È possibile prevedere, nell’ambito del progetto di Istituto, un eventuale supporto esterno di un musicista (es. i docenti di musica della scuola secondaria di I grado o musicisti della locale scuola di musica) per alcune attività particolari (approccio agli strumenti musicali, arrangiamenti di brani vocali e strumentali, supporto alla realizzazione del coro e/o dell’orchestra di istituto, ecc.).

Modello B

Una o più maestre della scuola che hanno (anche se in modo elementare) le competenze sopra indicate fanno attività musicali in più classi e aiutano le colleghe a svolgere alcune attività. Anche in questo caso è possibile la collaborazione con qualche esperto come nel modello A.

Modello C

Nessun insegnante delle classi di scuola primaria è in grado di organizzare in modo completo il curricolo di “Musica”, ma solo di fare saltuariamente alcune attività. In questo caso sarà necessario ricorrere alle utilizzazioni dei docenti della scuola secondaria o ad un esperto esterno che però dovrebbero concordare con l’insegnante di classe una programmazione interdisciplinare.

Modello D

Nessun insegnante delle classi di scuola primaria è in grado di organizzare in modo completo il curricolo di “Musica” ma solo di fare saltuariamente alcune attività (qualche canto, qualche ascolto, qualche danza, ecc.), ma non si ritiene possibile finanziare esperti esterni che possano garantire la realizzazione del curricolo di musica integrato con la programmazione di classe. Ovviamente ci si augura che questo modello non si verifichi. I ragazzi e le ragazze sarebbero private di un diritto.

 

Conclusioni

Ho cercato di delineare in modo chiaro, anche se problematico, le questioni relative a chi potrebbe/dovrebbe insegnare musica nella scuola primaria.
Credo che chi, iniziando ora a occuparsi del problema, vede le cose in modo semplice o si pone domande su chi può/deve insegnare musica nella scuola primaria farebbe bene a leggersi la documentazione relativa a quanto in questi vent’anni è stato predisposto con interventi ministeriali e a quanto è stato discusso e documentato in articoli e relazioni presentate nei molteplici seminari e convegni, anche dal sottoscritto (come ho documentato in particolare su Musicheria.net).
Credo sia necessario fare una analisi seria del già detto e del già fatto oltre che dell’esistente, prima di proporre nuove soluzioni “tampone” che non risolverebbero alla radice il problema. A mio avviso il punto centrale, come ho già espresso, è la modifica dei percorsi della formazione iniziale e nuove norme che regolamentino l’interazione tra istituti scolastici e associazioni del terzo settore, permettendo una certa flessibilità nelle scelte operative che valorizzino le risorse umane e strutturali di ogni territorio. Non è pensabile una soluzione di vertice, di centralismo ministeriale, con modelli strutturali e operativi univoci. Eventuali nuovi dispositivi normativi – che si spera siano corredati da finanziamenti adeguati – dovrebbero permettere a tutte le scuole di agire in autonomia ma rispettando alcune regole, prima di tutte una seria verifica della competenza pedagogica, metodologica e didattica dei docenti e degli esperti a cui affidare l’educazione al suono e alla musica.

Chi desidera esprimere il proprio parere su quanto esposto può inviare una mail a mario.piatti@musicheria.net. Lo inserirò in allegato al mio articolo.

 

Note

[1] Gli attuali Corsi di Laurea prevedono in genere 8 CFU (60 ore) al quarto o quinto anno, in alcuni casi anche con laboratori. Gli insegnamenti vanno da “Pedagogia e didattica della musica” a “Musicologia e storia della musica”.

[2] Vorrei però ricordare che fin dagli anni ’70 si discuteva nel merito. Cfr. L’educazione musicale nella scuola primaria – 1970. Un questionario-indagine, alcuni convegni, un documento finale.

[3] Cfr. https://www.mim.gov.it/documents/20182/0/Documento+a+cura+del+COMITATO+NAZIONALE+PER+L.pdf/

[4] Si veda la Pronuncia su Cultura musicale nella società e nella scuola: https://www.flcgil.it/sindacato/documenti/scuola/pronuncia-cnpi-cultura-musicale-nella-societa-e-nella-scuola-16-dicembre-2009.flc.

[5] Il DM, firmato da Mariastella Gelmini, allora Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha considerato anche le “Linee di indirizzo per un piano pluriennale di interventi relativi alla diffusione della pratica musicale nelle scuole di ogni ordine e grado” del marzo 2009 redatte dal Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica: https://www.mim.gov.it/documents/20182/0/decreto-ministeriale-8-del-31-gennaio-2011-pratica-musicale-nella-scuola-primaria.pdf . Si veda anche il commento puntuale che mette in evidenza alcuni limiti del decreto in https://www.musicheria.net/2011/11/25/fare-musica-nella-scuola-primaria/ .

[6] https://www.istruzione.it/allegati/2014/prot151_14.pdf. Cfr. anche la mia analisi di queste linee guida in https://www.musicheria.net/2014/02/08/linee-guida-al-dm-811-e-indicazioni-operative/.

[7] Cfr. la mia nota critica del 5 gennaio 2014 che evidenzia il limite dell’iniziativa in https://www.musicheria.net/2014/01/05/corso-di-formazione-per-docenti-di-musica-nella-scuola-primaria/.

[8] Cfr. l’elenco in https://afamdidamus.altervista.org/dm-82011/.

[9] Si veda ad es. il documento/appello del Forum nazionale per l’educazione musicale del maggio 2012; https://forumeducazionemusicale.it/wp-content/uploads/2018/05/6_La-formazione-musicale-degli-insegnanti-delle-scuole-dellinfanzia-e-primaria.pdf . Si veda anche il mio articolo che elenca i documenti e le prese di posizione sull’educazione musicale dal 1969 al 2010: https://www.musicheria.net/2011/11/25/la-voce-della-base-quanti-appelli-inascoltati/.

[10] https://www.istruzione.it/musica/proposta.pdf

[11] Norme sulla promozione della cultura umanistica, sulla valorizzazione del patrimonio e delle produzioni culturali e sul sostegno della creatività, a norma dell’articolo 1, commi 180 e 181, lettera g), della legge 13 luglio 2015, n. 107. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2017/05/16/112/so/23/sg/pdf.

[12] Cfr. https://www.musicheria.net/2017/06/07/musica-nella-scuola-per-tutti-forse-chiss/.

[13] Su questo piano rimando al mio articolo del 2018: https://www.musicheria.net/2018/03/11/il-piano-triennale-delle-arti-le-nozze-coi-fichi-secchi/ . Cfr anche il DPCM sul Piano delle arti 2023-2025, in cui (ovviamente?) i finanziamenti sono dimezzati!: https://www.mim.gov.it/web/guest/-/piano-delle-arti-pubblicato-il-nuovo-decreto-del-presidente-del-consiglio-dei-ministri. Cfr. la nota critica del Forum per l’educazione musicale: https://forumeducazionemusicale.it/2023/05/01/piano-delle-arti-dimezzati-i-fondi/.

[14] Un primo decreto era stato predisposto nel 2018 ma non venne emanato. Nel novembre 2021 il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione espresse un parere critico su una nuova bozza di decreto:  https://m.flcgil.it/sindacato/documenti/scuola/parere-cspi-del-17-novembre-2021-poli-a-orientamento-artistico-e-performativo.flc. Il nuovo DM è stato comunque pubblicato il 31 gennaio 2022: https://www.mim.gov.it/-/decreto-recante-la-disciplina-dei-poli-a-orientamento-artistico-e-performativo. Hanno fatto seguito alcune Note ministeriali per l’applicazione di quanto previsto dal DM.

[15] Si veda quanto scrivevo nel 2018: https://www.musicheria.net/2018/08/20/decreti-applicativi-del-decreto-legislativo-60-a-che-punto-siamo/

[16] Ricordo che in merito al potenziamento i docenti a tempo indeterminato, in possesso dei requisiti di cui ai commi 1 e 2 dell’art. 3 del D.M. n. 8 del 31 gennaio 2011, possono chiedere di essere utilizzati, in particolare nella scuola primaria anche organizzata in rete, per la diffusione della cultura e della pratica musicale, come previsto anche dal CCNI (Art. 2 comma 1, lettera m e Art. 6-ter).

[17] Si veda ad es. il monitoraggio fatto da INDIRE sul Piano delle arti del biennio 2020-2022: https://pianodellearti.indire.it/monitoraggio/rapporto-di-monitoraggio

[18] In particolare segnalo i documenti e le iniziative del Forum nazionale per l’educazione musicale a cui aderiscono venti associazioni: https://forumeducazionemusicale.it/

[19] Chi volesse fare una ricerca in tal senso potrebbe ad es. partire dalla documentazione raccolta dall’INDIRE: https://musicascuola.indire.it/. https://lamusicaunisce.indire.it/home-2021/.

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